sabato 29 dicembre 2012

92.'Cecità' (Rama e Sebastian) Terza Stagione

Sebastian: guardare è lo stesso che vedere?
Rama: poter guardare è lo stesso che poter vedere?Non vedere gli occhi tristi, espressivi di Vale, non vedere le mille facce che fa Hope in un minuto, non poter vedere il grigio di un pomeriggio di pioggia.
Sebastian: poter guardare è andare avanti.
Rama: poter vedere ciò che gli altri vedono.
Sebastian: vedo tutto ciò che gli altri non vedono. Vedere il tuo proprio ombelico e più in là del tuo ombelico.
Rama: tutti i giorni soffro per ciò che non posso vedere.
Sebastian: tutti i giorni soffro per ciò che vedo. Se si può guardare senza vedere..
Rama: allora che cos'è la cecità?
Quando senti ciò che l'altro sente non hai bisogno di vedere
Sebastian: come poter vedere una faccia triste e non sentirsi triste. Come poter vedere delle lacrime senza piangere.
Rama: e ora che non posso vedere ho iniziato a vedere. E vedo tutto ciò che guardiamo per non vedere l'importante.
Uno vede con gli occhi, ma si può vedere anche con le mani, con il naso, con le orecchie. Per non vedere bisogna spegnersi, isolarsi.
Sebastian: tutti soli, non vedono, non ascoltano, non annusano
Rama:'L'essenziale è invisibile agli occhi' è molto più di una frase già fatta.
Sebastian: non c'è peggior cieco di quello che non vuole vedere.
Rama: sentire con l'altro ciò che l'altro sente..
Sebastian: questo ci fa più buoni..
Rama: questo ci fa amare ed essere amati.
Sebastian: senza questo siamo soli.
Rama: perché vedere l'altro è un atto fisiologico, ma guardare all'altro è un atto d'amore.
Non basta guardare per vedere, né vedere per sentire.. perché non sentire è la vera cecità




91.'Ferite di guerra' (Simon del futuro) Terza Stagione



Abbiamo dovuto fare sacrifici,siamo stati separati dalle nostre famiglie, dai nostri affetti, abbiamo perso persone a noi care e sono ferite profonde, difficili da chiudere.
Queste ferite, questi dolori profondi ci marcano, ci cambiano, ci risentono.
Sono ciechi, accecati dal loro egoismo, non possono vedere più in là, né se volessero possono vedere ciò che succede al fianco.
Persero la capacità di sentire, il senso del gruppo, dell'amicizia, dell'amore...tradimenti, gelosie, invidie, egoismo. Molto concentrati in sé stessi e nelle sue miserie che non possono vedere che sono loro stessi che si stanno ferendo, producendo ferite uno all'altro.
Solo due consigli posso darti Simon: rimanete uniti e aprite gli occhi, prima che le ferite siano troppo profonde.



venerdì 28 dicembre 2012

90.'In cerca del tempo perso' (Ariel) Terza Stagione

Un'immagine, un odore, un suono, ci portano un'esperienza che continua viva, giocando. Andando più in là di quello che uno vuole o no, questo ricordo ritorna senza permesso, senza essere chiamato.
Perché qualcosa che vogliamo seppellire, dimenticare, si ci passa per i sensi e ritorna più vivo come sempre? Perché qualcosa ci dice, qualcosa ci reclama. Qualcosa batte in questa immagine, in quest'aroma, in questa musica, qualcosa ci sussurra, è un tempo perso che ritorna per essere recuperato.
Queste vocazioni, questi ricordi improvvisi sono segnali che ci servono da guida, perché quando ascolti una canzone che ti fa ricordare un'altra epoca e senti nostalgia, vuol dire che qualcosa di ciò che tu sei vuole ritornare, continuare a vivere.
Quasi tutti i giorni abbiamo queste immagini, questi odori, questi suoni che ci trasportano al passato, ma li ignoriamo. Ma se al posto di ignorarli ci fermassimo a capire il messaggio che ci portano, capiremmo molto più noi stessi. E a poco, tirando questa punta della palla, guidati per questo ricordo, arriviamo all'altra punta, a questa parola che sempre è stata lì e che ritorna, irrompe, né colpisce la porta, ci viene a reclamare perché vuole essere detta.
E' un tempo perso che entra per i sensi, che irrompe di colpo, passato che si fa presente perché non può più aspettare.
Un tempo perso che vuole rinascere. Un tempo perso che vuole essere rincontrato. Perché quando recuperiamo questo tempo perso qualcosa rinasce in noi e ritorniamo a sentirci vivi,ritorniamo a essere noi stessi. Recuperando il tempo perso ci reinventiamo una e un'altra volta.
Quando qualcosa si fa presente più volte, indica qualcosa semplice, non se n'è mai andato. Perché nel nostro cuore, il limone non è limone, limone è figlia. Una canzone non è una canzone, è il desiderio di amare. Passato non è passato, è tempo perso che vuole essere ricordato.




89.'Generazione disincantata' (Camilo) Terza stagione

Se non possiamo incantarli con la vita stiamo fallendo.
La vita non ha perso il suo incanto. Siamo noi che perdiamo il gusto per la vita.
Perdiamo l'innocenza, la capacità di stupirci, la fede nel futuro. Perdiamo l'iniziativa, la fame del progresso, la voglia di cambiare ciò che si deve cambiare.
Il disincanto è la migliore arma dei più corrotti, dei più cattivi della storia. Il disincanto ci isola, ci chiude, ci separa, ci svuota dei sogni.
Una generazione disincantata è una generazione di morti in vita. Una generazione disincantata non si sente utile, sente che al mondo, alla storia, è lo stesso se lei esista o no. Una generazione disincantata si sente sola. Una generazione disincantata chiede con gridi un miracolo, qualcosa che gli ritorni la fede nella magia.
Per ritornare a incantarsi, per ritornare a credere nella magia, questa generazione deve sapere che non è sola. Deve sapere che è necessaria, importante e decisiva per le altre generazioni passate e future. Deve sapere che ciò che incanta della vita non è il mondo che si ha ricevuto,ma quello che possiamo lasciare.
Per incantarsi con la vita una generazione necessita ribellarsi, il disincanto si contagia facilmente, ma l'incanto è un lavoro di formica. L'incanto ci necessita a tutti facendo ciò che amiamo e amando ciò che facciamo.
Perché è una bugia che le cose sono come sono, le cose sono come lasciamo che siano. Il mondo cambia quando noi cambiamo, e per questo bisogna credere che il cambio è possibile, è un atto di fede. Un atto di coraggio, un atto di impegno, un atto di amor.
Ti possono dire che non si può, ti possono dire di no, una e un'altra volta no, che questo è ciò che c'è e che più in là di questo non c'è niente, solo un triste disincanto, e che tu non puoi fare niente, che fai ciò che fai non cambierà nulla. E' una bugia, è falso.
Più in là del disincanto c'è la tua vita, i tuoi sogni, e se tu non li fai reali qualcuno li vive per te, qualcuno si impadronisce dei tuoi sogni della tua vita.
Mentre cadono bombe che confermano che niente ha senso, mentre bombardano ad una generazione disincantata, qui c'è un altra generazione, incantata con la vita, e con la realizzazione dei loro sogni.



giovedì 27 dicembre 2012

88.'Le ragazza senza fortuna' (Kika) Terza stagione


Le ragazze senza fortuna sempre sono spettatrici, mai protagoniste. Ma essere spettatore o protagonista dipende solo da una decisione. 
Alle ragazze senza fortuna ci danno un protagonista, sempre noia siamo quelle che devono andare, stare al centro dello scenario, sotto la luce, e dire 'sono qui'.
Le ragazze senza fortuna vivono lamentandosi per tutto ciò che è accaduto nella fortuna. Ma quando ci riveliamo, quando prendiamo il toro per le corna, qualcosa inizia a cambiare.
Le ragazze senza fortuna credono che siamo come una zattera nel mare, alla deriva. Ma possiamo nuotare, possiamo passare, remare..sta bene, dobbiamo remare molto, sì, ma remando arriviamo dove noi vogliamo, no dove il mare ci porta. Già non abbiamo bisogno della fortuna, perché la fortuna la facciamo nostra.
Le ragazze senza fortuna non sono mai amate. E come non siamo amate le ragazze senza fortuna devono fare qualcosa affinché ci amino.
Per le ragazze senza fortuna essere amate è un lavoro, uno sforzo.
La fortuna della brutta la bella la desidera. Ma la brutta non ha fortuna, ha atteggiamento, lei sa fare propria la sua fortuna.
Perché è così, a ciò che non abbiamo fortuna dobbiamo essere prepotenti, allungare la mano e prendere ciò che la vita ci dice.

87.'Il sacrificio dell'eroe' (Hope e Esperanza dal futuro) Terza stagione


Esperanza
In tutte le storie c'è un eroe e un furfante. L'eroe o l'eroina incarnano i valori più elevati, il coraggio, l'audacia, la giustizia.
L'eroe lotta per arrivare alla verità e non vuole niente per sé, lo fa per gli altri.
All'eroe si esige che sia perfetto, senza fallimenti, perché i fallimenti lo convertono in un uomo comune, e un eroe non è un uomo comune.
Un eroe non si deve mai arrendere, deve essere preparato per affrontare qualsiasi pericolo, qualsiasi delusione, qualsiasi sconfitta, ma un eroe non può mai abbandonare la sua battaglia. L'eroe combatte fino alla fine, e se necessario l'eroe deve sacrificarsi.

Esperanza del futuro
L'eroe deve essere disposto a perdere la propria vita per poter salvare la vita degli altri. 
Mettersi nei panni dell'altro, sentire ciò che sente, sacrificarsi per gli altri, ciò fa un eroe.
Nessuno sceglie di essere un eroe, la vita, la casualità, Dio, il destino, ci mette in questo cammino, un cammino di consegna, un amore superiore, un cammino di sacrifici. Alcuni prendono una scorciatoia, altri si fanno carico della sfida e questo già distingue un eroe.
Tutti vogliamo sopravvivere, ma pochi danno la loro vita per gli altri. In questo gesto c'è il sacrificio. In questo sacrificio c'è il cammino dell'eroe. L'eroe sacrifica la vita per l'altro, perché sa che senza l'altro la sua vita non vale nulla.
Ma il valore dell'eroe non sta nelle gesta che realizza, ma nel sentimento che lo motiva. L'eroe si sacrifica per amore. Per amore l'eroe transita il suo cammino, e voglia o no si farà carico del suo destino, perché lo sappia o no, lui già ha scelto ed è stato scelto per questo cammino...sacrificarsi per amore.



mercoledì 26 dicembre 2012

86. 'L'effetto farfalla' (Thiago) Terza stagione

Quando scrivi nel computer, e ti sbagli è facile, fai clic in 'cancellare', correggi e continui, ma nella vita è un po' più complicato. Ci piacerebbe che esistesse un bottone per cancellare i nostri errori, sarebbe più facile.
Una negligenza, un errore, uno scivolamento e tutto cambia, già non puoi più fare nulla e contare di nuovo. Ma se esistesse una forma di ritornare indietro e correggere ciò che abbiamo fatto male, non lo faresti?
Viviamo a mille e non diamo importanza ai dettagli, ai cambi sottili, quotidiani e questo dettaglio minimo ci può cambiare la vita. Una parola non detta in tempo, un gesto fuori tempo,e ciò che era la soluzione ai nostri problemi, diventa un problema.
Crediamo che le grandi tragedie sono la causa di questi grandi errori, ma avvolte un dettaglio, qualcosa che non dovrebbe essere detto, è il battito della farfalla che scatena la tempesta, e una volta scatenata la tempesta uno vorrebbe tornate indietro nel tempo, a questa parola non detta, a questo gesto che non si è fatto. Avvolte per Quanto uno sa cosa è stato a scatenare la tempesta e sa come riordinare il film, non può ritornare indietro, non può ritornare a fermare l'effetto farfalla.
In qualsiasi sistema, per definizione, sempre si commette un errore, piccolo, insignificante, ma sempre c'è un fallimento.
Causa ed effetto. Un piccolo errore produce grandi cambi, una farfalla che produce un uragano. Dettagli, piccoli fallimenti, sviste che scappano dal nostro controllo. Questo ci dice l'effetto farfalla, non possiamo controllare tutto.




85. 'La nuova onda' (Justina) Terza Stagione

Mai si sa cosa possono portare le nuove onde, perché le onde portano e prendono, le onde ci modificano, ci trasformano, ci fanno vivere.
A volte è certo, le nuove onde ci fanno paura, ci confondono, ma bene, bisogna alzarsi alle nuove onde, surfarle, viverle...bisogna animarsi ad attaccare, sterzare di una volta e cambiare il corso.
Il miracolo dell'amore è la grande nuova onda, è in questo cambio che ci spazza, che ti trasforma, che ti  fa un'altro. Il miracolo dell'amore porta tutte le risposte che cerchiamo, tutti i cambi di cui abbiamo bisogno. Bisogna credere che l'amore farà il suo miracolo e che questo miracolo sarà sempre distruggerci, rinnovarci, farci rinascere.
Qualcuno cantava una volta " mentre guardo le nuove onde io già sono parte del mare", un genio. Bisogna aggiungersi all'onda e arenarla, perché non si può fermare il cambio, bisogna cambiare con lei.



martedì 27 novembre 2012

84.'Il fallimento' (Camilo) Terza stagione

Dicono che sono nato con stella, dicono che sono nato destinato a qualcosa di grande. Resisti all'idea ma sai che sei un eletto chiamato a fare grandi cose.
Sono stato addestrato per compiere la mia missione, ed ero disposto a dare la mia vita per questa missione. Una missione non si sceglie, è qualcosa che ci tocca. Puoi rinunciare al tuo proprio sogno, ma non ad una missione.
Corri, lotta, litiga fino all'esaurimento, cadi mille volte e ti alzi mille volte, perché non si può rinunciare ad una missione. Ti prepari fin da piccolo per questo momento e quando arriva sei disposto a morire per questa missione.
Sei preparato per morire, ma non per veder morire lei. questo fallimento è peggiore della mia morte.
Ti sbagli una volta, credi di aver compreso, credi che mai commetterai lo stesso errore e la prima cosa che fai è commettere questo stesso errore, inciampare una volta e poi ancora nella stessa pietra. Ma per qualcosa commettiamo lo stesso errore.
Perché ripetiamo questi errori che ci affliggono, che ci danno paura, che ci paralizzano? Perché ripetiamo sempre ciò che ci fa male? perché falliamo una volta e un'altra ancora?
Quando commettiamo sempre lo stesso errore, quando inciampiamo sempre nella stessa pietra, bisogna iniziare a sospettare. Lì bisogna rendersi conto che dietro questo errore, questo fallimento, c'è un messaggio.
Ci sono molti modi per fallire e siamo molto bravi nel fallimento. C'è chi sono convinti che il suo errore è una grande verità e che un errore dietro l'altro termina per destare una grande tragedia.
Bisogna permettersi l'errore per apprendere. L'unico modo di aver successo è apprendere dai fallimenti e l'unico fallimento è non provarci.
Ripetiamo gli stessi errori, falliamo una volta ed un'altra ancora, ma perché nell'errore, in questo fallimento, c'è qualcosa che dobbiamo imparare





83.'Salvare la pace' (seconda parte) (Paz) Terza stagione

Ci sono elezioni. Ci sono cammini. Ci sono istinti. Puoi seguirli o puoi cambiarli.
Così è il destino. Ci lascia fare senza preoccuparsi per ciò che facciamo, ciò che sappiamo, ma lo sa, lui lo sa.
Crediamo di scegliere tutto il tempo. Ci arrabbiamo con il destino, lo malediciamo,lo incolpiamo per i nostri errori. Stiamo in un cammino pieno di pietre e stiamo per fallire, per sbagliarci, ma alla fine dovremmo aver compreso. A volte fuggendo dal destino andiamo fino a lui.
Che cos'è il destino? Bisogna accettarlo? Siamo destinati? O è la conseguenza delle nostre decisioni o dei nostri errori? Se avanziamo o retrocediamo, se amiamo, se odiamo, se affondiamo nella guerra, o ci salviamo nella pace.
Credo che così farà ciò che a noi piace chiamare destino.




domenica 25 novembre 2012

82. 'Salvare la pace (prima parte)' (Paz) Terza stagione


Per ingannare Juan Cruz dobbiamo essere più astuti di lui. Quando io mi separerò da tutti, bisogna pensare cosa fare, perché nessuno faccia quello che è successo nel video. Non separatevi prima che passino le sette di sera. È molto importante che vi manteniate uniti succeda quel che succeda e non vi fidate, perché il destino è una forza molto potente.
Bisogna seguire il piano e non commettere errori. Dobbiamo solo resistere fino a quando non saranno passate le sette di sera. Resistere, confidare che quel posto è il nostro posto. Bisogna seguire il piano e curare fino al più piccolo dettaglio, il destino è molto astuto. Non possiamo sbagliare strada, né cedere alla tentazione, né tradirci.
Non sappiamo bene dove andiamo, ma sappiamo bene dove non dobbiamo andare, questo, deve guidarci.
I segnali saranno confusi. Probabilmente non sapremo in cosa confidare, in cosa credere... bisogna farsi guidare dall'intuizione, e confidiamo, confidiamo nel poter cambiare il destino con l'unica arma che abbiamo a disposizione. Confidiamo che con l'amore, potremo salvare la PACE.

81.'Ciò che deve essere, sarà' (Esperanza del futuro) Terza stagione

Chi scrive il destino? siamo marionette del destino? o controlliamo la nostra vita?
Ogni giorno avanziamo nella nostra vita, innocentemente, mentre la trama si intreccia, mentre il destino si configura...
Possiamo cambiarlo, ma prima o poi, il destino viene a cercarci..

Il destino è come un esercizio di formiche laboriosa. Mille formichine facendo la loro parte del lavoro. Uno crede che controlla la sua vita, ma il destino lentamente si configura. Una serie di circostanze, decisioni e casualità costruiscono il destino. Cose sospese, dettagli infimi, imprevisti.
Il destino è un grande chef che mischia gli ingredienti preparando il piatto che ha per noi.
E' un macchinario preciso e minuzioso che riunisce tutti i pezzi. Dormiamo, amiamo, lavoriamo o cantiamo, estranei di ciò  che il destino ha scritto per noi...
Chi scrive il destino? noi? qualcuno? un dio? vari? nessuno? tutto è avventuroso?
Ci sentiamo artefici, alchimisti. Ci crediamo dii forti e invincibili e siamo solo marionette del destino...
Nel luogo meno pensato, in un modo impossibile di immaginare, tutto si va armando. Avanziamo inconsciamente mentre la tram si intreccia in modo misterioso, un meccanismo di orologeria afferrato dal destino. Anche correndo nella direzione contraria non si può scappare, perché non siamo noi che andiamo fino al destino, ma questo viene a cercarci prima o poi...
Il destino è come un signore molto vecchio e saggio, è un professionista di tutte le professioni. Il destino a volte è realista, tesse e intreccia la trama con perizia. Come un buon sceneggiatore pone il personaggio nel momento e nel luogo indicato che permette che l'azione avanzi fin dove lui vuole avanzi.
Così scrive il destino, dando giri alla storia permanente.
Il destino è un grande ingegnere. Fa grandi costruzioni, gioielli di ingegneria. Con pazienza millenaria costruisce castelli immensi. Cura ogni dettaglio, adatta i pezzi con precisione, ma, il destino costruisce i suoi castelli con carte in tavola. Una cattiva mossa, una sola carte che si toglie e il castello collassa.
Il destino è stratega. Muove le carte, dispiega le sue trappole nel campo di battaglia a sa come dare il suo colpo accurato..
Il destino è come un supereroe con poteri illimitati, può tutto. Può con tutto. Ma come tutti i supereroi ha una debolezza, e la debolezza del destino, sono le azioni umani. Questo, è l'unica cosa che può cambiarlo come una semplice pietra verde può debilitare Superman, l'unica cosa che può cambiare il destino, sono le azioni umane...
Le azioni e le decisioni di successo potranno cambiare il futuro o andare finalmente al suo incontro, ma in definitiva, ciò che deve essere, sarà.


sabato 24 novembre 2012

80.' Tramonto' (Sol) Terza stagione

Quando avevo sette anni morì mio padre e con lui morì anche la bambina che ero.. A partire da questo momento la mia vita si è convertita in una gran messa in scena.
Quando dedichi la tua vita alla simulazione della realtà si distorce. Già non sai se sei ciò che sei o sei ciò che reciti. Già non sai se la tua vita è la tua vita o sei una grande messa in scena.
E' curioso...se domandi ad una persona che farebbe se sapesse che la sua vita finirà tra poco, la maggioranza rispondono che sarebbe stare con l'amato. Ma nei miei anni di studio e pratica ho scoperto che prima la mozione della fine in generale ciò che facciamo è chiedere perdono.
E' come se abbiamo bisogno di scaricare lo zaino, la goccia che ciò che ci pesa tanto per poter andare in pace. Va più in là della colpa, sono rimorsi che non si fermano finché non comprendi che la tua vita è ciò che hai fatto con lei.
Possiamo vivere anni silenziosamente con i rimorsi per ciò che abbiamo fatto male, ma quando sentiamo che arriva l'ora questi vengono a cercarci come fantasmi del passato.
Più che dimenticare ci terrorizza che ci ricordino male. I rimorsi sono la paura di aver passato per questo mondo senza svegliare un po' di amore negli altri.
I rimorsi hanno la nostalgia di un tramonto, finisce il giorno e tutto ciò che non hai fatto non lo potrai mia più fare, e ciò che hai fatto non lo potrai cambiare.
Più terribile del rimorso per ciò che facciamo male è il rimorso per ciò che non facciamo, questo è imperdonabile.
Il rimorso non è altro che la saggezza che arriva alla fine, è un intento che non sia troppo tardi. E non si va a detenere, il rimorso non si detiene finché capisci. 
La colpa non ci fa vivere in pace, ma i rimorsi non ci lasciano morire in pace.




79. 'Il manuale del supereroe' (Tacho) Terza stagione


Essere coraggioso non significa non aver paura. Essere coraggioso significa andare avanti nonostante la paura.
Il codardo è quello che non fa nemmeno un passo senza aver tutto assicurato.
Anche il supereroe ha timore, paura, ma è coraggioso e lotta. Lotta per il bene, per finire con il male, lotta per la giustizia e per l'amore...
Un supereroe interviene nella lotta del bene contro il male. Per questo, deve saper distinguere qual'è il bene e quale il male.
Riconoscere il male è vitale per un supereroe. Non sempre il male è riconoscibile, a volte, il supereroe finge lasciarsi ingannare dal male per poi smascherarlo. Quando conosce la faccia del male, il supereroe non evita la lotta. Il supereroe deve essere coraggioso, incontrare nel pericolo l'uscita dal pericolo, ma soprattutto, la lotta del supereroe deve avere un senso, e il senso di ogni lotta è l'amore.
Tutto ciò di cui si ha bisogno per essere un supereroe è essere coraggioso, ma, che cos'è essere coraggioso? Essere coraggioso è non aver paura? Essere coraggioso non è non aver paura, ma, andare avanti nonostante la paura. Essere coraggioso non è dubitare e essere cauto, ma confidare anche se c'è il rischio di essere tradito.
Il codardo è quello che non fa nemmeno un passo senza la garanzia di non correre rischi. Il coraggioso sa che non ci sono mai garanzie su niente. Il codardo scommette solo quando sa che vincerà. Il coraggioso è quello che scommette pur sapendo che può perdere, e l'unica cosa che può dare al supereroe la forza per agire è l'amore.
L'amore è una forza potente, ti trasforma, ti libera e ti apre porte. L'amore è una chiave, ci da la forza di smettere di sperare che non ci siano paure, perché paura, timore, ci saranno sempre...
Essere coraggioso non è essere un temerario. Un temerario è un mercenario, non ha paura perché non gli importa la vita, per questo, un supereroe è coraggioso e teme, e molto, di perdere la sua vita o quella degli altri.
Teme di perdere la vita perché ama e quell'amore gli da forza, perché quello che costa sangue, sudore e lacrime, vale.
Quello che ci salva e ci da forza è l'amore. L'unico di cui si ha bisogno per essere un supereroe è l'amore, l'amore che permette di vincere la vigliaccheria e ci da la forza per lottare, anche se siamo in bocca al lupo...

78. 'Simon e i Baobabs' (Simon) Terza stagione


Ho letto mille volte 'Il piccolo principe'. Mi piace trovare un nuovo significato ogni volta che lo leggo, per esempio, quello dei Baobabs, per me, parla delle decisioni. Decidere quali cose lasciar crescere e quali tagliare alla radice, sono decisioni che ti tolgono il sonno...
Quando cresce un germoglio, bisogna rendersi conto se è di Baobabs o di altro. A volte decidi di tagliarlo alla radice per i dubbi che sia un Baobabs, e per paura, ti perdi un roseto che ti farebbe felice o lo lasci crescere convincendoti che è si o si un roseto, e quando ti rendi veramente conto che è un Baobabs che distruggerà il tuo mondo ormai è tardi...
A volte, un Baobabs  ha la faccia da roseto e lo lasci crescere e quando ti rendi conto che era un Baobabs, ti ha già schiacciato. È molto difficile decidere se è un germoglio di una rosa o di un Baobabs, ma bisogna farlo, perché i Baobabs sono molto pericolosi.
'... La vita è come due film che vengono trasmesse nello stesso momento. Una mostra il presente e l'altra mostra il futuro. Quello che tu decidi nel presente, si o si, ti cambia il futuro...'
La paura e la colpa ti portano a tagliare tutto alla radice, siano Baobabs, rose, sogni, incubi... vogliamo evitare che i Baobabs crescano e facciano disastri, ma, è possibile, o questi disastri saranno parte della vita, parte dell'apprendimento, parte di questo viaggio?
Decidi qualcosa e il tuo futuro sarà in un modo. Decidi un'altra cosa e il tuo futuro cambia. Non decidi niente, e rimani vuoto. Per questo costa tanto decidere, perché quello che decidi è il tuo futuro...
Ogni decisione cambia tutto. Non ci piace scegliere, preghiamo, supplichiamo, desideriamo che altri decidano per noi. A volte non sai che stai prendendo la decisione sbagliata e questo ti porta direttamente alla rovina, ma sempre, si tratta di prendere decisioni...

77. 'Nessuno è perfetto' (Torito) Terza stagione


Ci sono frasi che dico sempre. Ma oggi sento che nessuno mi ascolta veramente.
'Così è la vita' dico sempre. 'Voi capirete' mi piace dire. 'Se non succede niente è perché succede qualcosa' dico a volte.
'Voi capirete' questa la dico spesso. Ma la frase che più mi piace dire è 'nessuno è perfetto', lo dico tutto il tempo, ma nessuno mi ascolta veramente.
Tutto soffrono perché non sono perfetti. Tutti vedono quello che manca. Tutti vedono il difetto, lo sbaglio. Tutti vedono quello che non hanno, ma smetteranno di voler essere perfetti? E se al posto di vedere quello che manca vedessero quello che c'è? E se al posto di vedere il brutto vedessero il bello? E se al posto di vedere quello che non hanno vedessero quello che hanno?
E beh, nessuno è perfetto, così è la vita.

76. 'Amor pirata' (Hope) Terza stagione


Amori clandestini, segreti, amori repressi, proibiti, amori furtivi, passionali, amori tormentati.
Un amore clandestino è una fuga costante, è scomodità, adrenalina, tensione. È occhi che non vedono ma cuore presente, è un momento privato, inconfessabile.
Chi non ha avuto un amore segreto, clandestino? A chi non lo accende un amor pirata?
Il mio è un amore pirata, così come un parassita che si alimenta di cioccolatini e del pianto e della solitudine ma senza baci, né parole né niente.
Quando amiamo, il cuore dell'altro è un tesoro, e essendo pirati vogliamo strappare quel tesoro senza importarci se abbia un padrone o no.
Ci attrae l'amore clandestino, segreto, perché l'amore complice si fa più forte, più nostro e solo nostro. La complicità è un occhiolino, un'avventura, e all'amore piace l'avventura.
Nel segreto complice c'è libertà, perché scappiamo dagli sguardi altrui e ci permettiamo essere liberi, ribelli, avventurosi come i pirati. L'amore segreto è magico, quando smette di essere segreto diventa reale, e l'amore reale è un po' più complicato.
L'amor pirata non conosce la paura, abborda, conquista, strappa e ruba. E a volte paga le conseguenze.
Un amor pirata è un amore che non può essere e per questo ci attrae.

75. 'L'ultimo round' (Mar) Terza stagione


Un padre è molto più importante di quello che si pensa, perché le parole di un padre, il suo sguardo, vivono in noi.
È come se i genitori ti dessero una scatola di attrezzi, se hai un problema metti la mano in quella cassetta e prendi l'attrezzo di cui hai bisogno per sistemarlo. Ma quando il padre ti è mancato o ha sbagliato hai un problema, metti la mano nella cassetta e non c'è niente, ti senti perso. Senza quegli attrezzi è come essere nudi, senza armi per affrontare la vita.
Perché un padre ci da questo, ci da armi per difenderci, per lottare per un posto. E quando smetti di lottare muori, cadi, te ne vai.
Quello che ti mantiene vivo non è vincere ma lottare. Il combattimento perso è quello che non si è combattuto. Gambero che dorme se lo porta via la corrente. Non è morto che lotta. A volte ti colpiscono con un cross di destra, ti fanno baciare il tappeto, sanguinare, piangere, ma bisogna continuare a lottare fino alla fine.
L'unica forma per imparare a combattere è lottando, è non arrendersi mai. Arrendersi è guardare la lotta da fuori, vedere come un altro combatte quella lotta che è nostra.
Lottare fino alla fine, fino all'ultimo round.
Poche cose mi ha insegnato mio padre, ma grosse. Mi ha insegnato che il ring non si abbandona mai, non si tira mai l'asciugamano e si lotta con gli artigli fino all'ultimo round.

74. 'Dove sei amico? (seconda parte)' (Thiago) Terza stagione


Siamo stati deboli, abbiamo sbagliato strada, ci siamo traditi, ci siamo distanziati, abbiamo perso i codici, i valori, l'amicizia, l'amore e in quel momento ci siamo resi vulnerabili.
Dagli errori si impara, ma ci sono errori che non si possono commettere, ci sono errori tragici, irrimediabili.
Noi non abbiamo saputo e non sappiamo imparare dai nostri errori, per questo succede questo.
Tutti commettiamo errori, tutti ci sbagliamo, ma è anche vero che tutti abbiamo allarmi, una voce nel profondo della nostra anima che ci dice 'ti stai sbagliando, non farlo', l'errore è non ascoltare quella voce, è non agire davanti a quell'allarme.
E anche se ti perdi, anche se sbagli strada quella voce ci sarà sempre, quella voce che nel più profondo della tua anima ti indica la strada e ti dice 'Hey, dove sei? Dove sei?'

73. 'Dove sei amico? (prima parte)' (Thiago) Terza stagione


È appena un istante, un momento, un secondo nel quale uno sbaglia strada. A partire da lì ogni passo che facciamo ci allontana ogni volta di più da noi stessi.
Non siamo coscienti degli errori che commettiamo, solo una sensazione, una piccola voce interiore che ci dice 'c'è qualcosa che non va'. E anche se quella vocina è lì continuiamo avanti, ignorandola, sbagliandoci, quasi a coscienza.
Lo vedi arrivare. Sai che quello che stai per fare cambierà tutto, e nonostante tutto lo fai. Già ti sei perso, già ti sei svuotato, già ti sei sbagliato, già te ne sei andato, hai già perso, ti sei già tradito. E lì ti guardi allo specchio e non ti riconosci più, c'è un altro che ti guarda, ti chiede 'Dove sei andato? Dove sei?'.
Un errore porta a un altro errore. È così facile sbagliare strada e così difficile tornare su quella giusta... è un impulso, un momento irrazionale, e non c'è più modo per tornare indietro. Anche quando abbiamo buone intenzioni un errore può cambiare tutto, rompere tutto. Già sei perso, sbagliato, deviato, se non hai rotta, dove potrai andare?
Ci sono allarmi, ci sono avvisi, ma non li ascoltiamo e andiamo dritti all'errore.
Sbagliare è fare qualcosa pensando solo in noi e niente negli altri. Cosa ci è successo? Perché ci sbagliamo tanto? Perché siamo stati così deboli?
Quando hai commesso errore dopo errore non puoi nemmeno lamentarti, nemmeno questo diritto hai.
Corri, ti disperi, ma quando hai preso la deviazione la strada di ritorno è più lunga. Perché in quella deviazione hai causato dolore, ferite che ci mettono tanto a guarire. Il dolore si trasforma in risentimento, in tristezza vecchia, indimenticabile.
Ormai non sono più quello che ero, ormai non sei più quello che eri, dove sei? Dove siamo?
Vuoi far tornare indietro il tempo, vuoi tornare ad essere quello che eri, ma ormai è tardi.
Gli errori del presente sono le tragedie del futuro. Corri ma ormai è tardi, e mentre corri la tua anima piange, perché sai che avresti dovuto ascoltare quella vocina, quel mormorio nel tuo cuore che ti diceva che stavi sbagliando strada.
Corri e corri ma ormai è tardi, puoi solo guardarti allo specchio e chiederti, dove sei?

71. 'L'acquazzone' (Tina) Terza stagione


La felicità è un raggio, un acquazzone che se ne va così velocemente com'è arrivato. La felicità è fugace, non l'abbiamo vista arrivare e se n'è già andata.
Non hai avuto il tempo nemmeno di illuderti con la felicità che arriva una raffica che ti lascia perplesso, più vuoto e nudo di prima.

Rama: Ma perché sei così triste?
Tina: Non darmi retta, niente di quello che ho detto è certo. Tu Rama, tu quando sentirai vicino la felicità stringila forte, afferrati. Si, perché è schiva, è disgraziata, esita a rimanere molto tempo in un posto. Che non sia un acquazzone in più nella tua vita.

Bisogna afferrarsi forte alla felicità perché è fatta di aria, e rapidamente può scapparci dalle mani.

70. 'Maltrattamenti' (Rama) Terza stagione


Aspettare che la vita ci tratti bene perché siamo brave persone è come credere che un toro non ti attacchi perché sei vegetariano. Tu e Jazmin vivete trattandovi male, non so di chi sia la colpa, ma non possiamo vivere trattandoci così.
Per me le relazioni sono come un trattamento, capisci? Ci sono buoni trattamenti e maltrattamenti. Quando una persona ama qualcuno senza dirlo è già un trattamento. Io ti tratterò bene perché tu mi tratterai bene. Ma sei io maltratto qualcuno, cosa posso aspettarmi in cambio?
Quando una persona maltratta gli altri in realtà sta trattando male se stesso, cioè ti si ritorce contro, il pugno che dai fa male a te.
È un problema etico, tratta gli altri come vuoi essere trattato. Se io maltratto ricevo maltratto.
Ma quando trattiamo bene gli altri e noi veniamo maltrattati pensiamo 'cos'ho fatto per essere trattato così?'. E la risposta è 'niente', non abbiamo fatto niente. Semplicemente ci imbattiamo in qualcuno che trattandoci male in realtà tratta male se stesso. La soluzione non è il maltratto. Se un trattamento diventa cattivo, beh, bisogna farne un altro. Bisogna fare nuovi trattamenti, negoziare, capisci?
Bisogna cercare il modo, perché i buoni trattamenti sono l'unico modo di volersi bene.

68. 'In tutte le lingue' (Camilo) Terza stagione


Non capisco la gente che chiede scusa. Io fin da bambino sogno che torni mia madre e mi chieda scusa per avermi abbandonato. E poi finisco col rendermi conto che se anche tornasse, un semplice 'scusa' non compenserà trent'anni di abbandono.
La gente agisce con leggerezza, anche se commette assurdità poi chiede scusa e basta.
Si, ti risparmio, posso essere strano, ma per me 'ci vediamo' è 'ci vediamo', 'ti chiamo' è 'ti chiamo', 'ti amo' è 'ti amo'. Se ti dico che ci sarò tu sai che ci sarò. Quando qualcuno mi dice che ci sarà dubito, perché il valore della parola è andato perso. Ti possono mentire tanto poi vengono, ti chiedono scusa, e a posto, così facilmente.
Chiedere scusa si dovrebbe prendere con tanta leggerezza. Il castigo precede il crimine diceva Dostoievski, perché uno prima di commettere il crimine sa il dolore che provocherà e si assume la colpa. Quella colpa è il castigo, e uno pretende di liberarsi di quella colpa con un semplice scusa?
Uno 'scusa' non può riparare quello che abbiamo fatto male. Per chiedere scusa prima bisogna essere disposto a riparare. A cosa serve chiedere scusa quando non c'è modo di riparare quello che hai fatto male? Quando non ci perdonano ci obbligano a vivere con il nostro errore, con la nostra colpa. Quando non ci perdonano ci obbligano a farci carico di ciò che facciamo. Un semplice scusa non può cancellare il dolore che abbiamo provocato.
Chiedere scusa è curare una ferita aperta che noi stessi abbiamo provocato. Insufficiente e fuori tempo. Solo quando ci facciamo responsabili di quello che facciamo, in quel momento si può cominciare a costruire qualcosa di diverso.
Gridare supplicando, in ginocchio, implorare in tutte le lingue, chiedere scusa non basta, non ripara, non alleggerisce se non ci facciamo responsabili delle nostre azioni.
Quando non ci perdonano ci obbligano a vivere con il nostro errore, con la nostra colpa. Perché un semplice 'scusa' non può cancellare il dolore.
Ci sono cose imperdonabili anche se si chiede scusa in tutte le lingue.

venerdì 23 novembre 2012

67. 'Punti di vista.' (Mel) Terza stagione


Esiste un solo modo per vedere le cose? Le cose sono come sono o come le vediamo? Esiste l'oggettività o sempre vediamo le cose soggettivamente? Le cose sono come sono o come le sentiamo? Sarà che vediamo tutto colorato dalla nostra propria storia? Esiste un'unica verità o tutto dipende dal punto di vista? Tutto dipende da come su guarda.
La nostra storia ci marca e vediamo tutto da quelle marche, sarà che se ci è mancato amore vediamo mancanza d'amore anche nell'amore? Se abbiamo avuto una storia di abbandoni vedremo sempre quello, in qualunque caso? Si possono conciliare due punti di vista così diversi? Le parole hanno un unico significato o dipende da come si ascoltano?
Vedere sempre quello che vuoi vedere è una forma di cecità. Se due persone possono avere una verità diversa, allora c'è una sola verità? Siamo presi dal nostro unico modo di vedere le cose, niente è né bianco né nero, tutto dipende.
È molto curioso, ma nella maggior parte delle discussioni tutti e nessuno hanno ragione. Vagabondo, buono, cattivo, traditore, fidato o bugiardo, si può dire che qualcuno sia così o in un altro modo?
Se vediamo le cose sempre dal cristallo della nostra storia, dai nostri traumi, ci si può fidare dei nostri occhi? Cambiare il punto di visto, di questo si tratta.
Un punto di vista è solo quello, un modo di vedere le cose. Né l'unica, né la migliore, non quella giusta. Quando non vogliamo vedere la verità preferiamo vedere quello che vogliamo vedere. Difendiamo con unghie e denti un punto di vista falso. Un punto di vista che cancella i nostri errore.
Siamo legati da un unico punto di vista, vediamo e leggiamo tutto da ciò che ci ha segnati. Crescere è poter considerare le cose da un altro punto di vista, nuovo, diverso.
Lo sguardo che importa è il nostro, quello che vedono gli altri è irrilevante, sono solo punti di vista. 
Dal nostro punto di vista non possiamo mai vedere il tutto, si vede solo una parte, per questo tutto dipende da come si guarda.

66. 'Invisibili' (Mar e Tefi) Terza stagione


Occhio non vede, cuore non duole. Sarà per questo che nessuno sente niente per me? Perché non mi vedono.
Essere invisibile è quasi come non esistere, solo quando qualcuno ti vede ti senti vivo.
L'essenziale è invisibile agli occhi, sarà che io sono così essenziale che sono del tutto invisibile? Sono come un fantasma, un'ombra che passa ma nessuno mi può vedere.

Tefi: E così mi sento, morta in vita, come una mosca, meno di una mosca, non mi vedono, e siccome non mi vedono non gli importa che io soffra. Che importa a Luca che io soffra se non mi vede? Che importa a Hopy e a Nacho farmi soffrire se non esisto? Non mi vedono
Mar: Tutti ti vediamo e amiamo.
Tefi: Non mi amate, a volte vi faccio ridere ma amarmi veramente, vedermi veramente, importarvi veramente, a chi? A nessuno.
Mar: A me, a me importi e molto Tefi.
Tefi: Si, ma mi manca qualcosa, no?
Mar: Si, ti manca qualcosa, ma anche a me, a tutti qua manca qualcosa. Ma per questo siamo qua, per imparare, per crescere. Sai che io prima mi sentivo come te, uguale, insignificante, invisibile, uguale a te.
Tefi: Tu sei diversa Marchu, tu brilli, fai quel che fai tutti ti vedono, e a me no.
Mar: Non mi sembra sia così, per niente.
Tefi: È quello che penso. E ti giuro che ormai non ho più forza per metterci impegno.

65.'Mancanza di sicurezza' (Sol) Terza stagione

Tutti abbiamo un mostro o un fantasma dentro che non ci piace, allora creiamo un sistema di sicurezza affiché non si noti. Manteniamo il mostro rinchiuso affinché non esca né si veda.
Ma a volte il sistema di sicurezza manca e il mostro entra e li rimaniamo esposti.
A volte ciò che vogliamo tanto nascondere rimane in vista e ci intimidisce. Ci sentiamo nudi,sentiamo che tutti vedono ciò che siamo davvero e siamo qualcosa che odiamo.
Come se ci fosse un Mr. Hyde in noi, come se il vero 'io' è un altro e questo spaventa. Ci spaventa che fallisca il sistema di sicurezza, che mr.Hide faccia qualche pazzia.
Viviamo allerti, attenti, vigilando il mostro. E così creiamo meccanismo, difese, ci isoliamo, tutto perché questo supposto mostro non esca alla luce.
Qualsiasi cosa che ci tolga dal luogo sicuro ci fa paura. Ci fa paura il nuovo perché può provocarci cose sconosciute. Odiamo il nostro mostro perché desidera giustamente le cose che ci danno paura. Vogliamo nascondere a tutti i costi questa nostra parte, questi desideri che ci inquietano.
Sono desideri che non dovremmo avere e ci sforziamo di reprimere. Sono desideri che ci danno colpa, vergogna. Desideri che vanno contro la morale, di quello che deve essere.
Ci odiamo quando ci dominano le passioni. Ci odiamo quando tutti vedono ciò che vogliamo nascondere. Odiamo la mancanze di sicurezza, queste cose che ci smascherano e mostrano le nostre miserie. Ma la verità è che a tutti passa lo stesso, tutti abbiamo un mostriciattolo dentro e sai che devi fare con questo? deriderlo. Ridicolizzarlo, perdergli il rispetto e la paura. Ridere sulle nostre cose oscure.
Accettare chi siamo, ridere delle nostre paure. ridicolizzare i nostri fantasmi. Ridere fragorosamente delle nostre miserie. Permetterci di essere chi siamo e desiderare che desideriamo. Abbassare le difese, accettare le mancanze di sicurezza e lasciar che mr. Hide esca, perché in definitiva anche questo mostro è chi siamo.