sabato 24 novembre 2012

75. 'L'ultimo round' (Mar) Terza stagione


Un padre è molto più importante di quello che si pensa, perché le parole di un padre, il suo sguardo, vivono in noi.
È come se i genitori ti dessero una scatola di attrezzi, se hai un problema metti la mano in quella cassetta e prendi l'attrezzo di cui hai bisogno per sistemarlo. Ma quando il padre ti è mancato o ha sbagliato hai un problema, metti la mano nella cassetta e non c'è niente, ti senti perso. Senza quegli attrezzi è come essere nudi, senza armi per affrontare la vita.
Perché un padre ci da questo, ci da armi per difenderci, per lottare per un posto. E quando smetti di lottare muori, cadi, te ne vai.
Quello che ti mantiene vivo non è vincere ma lottare. Il combattimento perso è quello che non si è combattuto. Gambero che dorme se lo porta via la corrente. Non è morto che lotta. A volte ti colpiscono con un cross di destra, ti fanno baciare il tappeto, sanguinare, piangere, ma bisogna continuare a lottare fino alla fine.
L'unica forma per imparare a combattere è lottando, è non arrendersi mai. Arrendersi è guardare la lotta da fuori, vedere come un altro combatte quella lotta che è nostra.
Lottare fino alla fine, fino all'ultimo round.
Poche cose mi ha insegnato mio padre, ma grosse. Mi ha insegnato che il ring non si abbandona mai, non si tira mai l'asciugamano e si lotta con gli artigli fino all'ultimo round.

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