lunedì 6 agosto 2012

22. 'Reazionari e Rivoluzionare' (Thiago) Terza stagione



Mi confondo sempre con la parola "reazionario". Mi fa pensare a qualcuno che reagisce, che si ribella a qualcosa. Però significa esattamente il contrario. Un reazionario è qualcuno che vuole che niente cambi. Davanti a un fatto ingiusto, doloroso, tutti reagiamo in modo diverso. Alcuni reagiscono senza pensare. Altri reagiscono in maniera inaspettata. L'essere umano è imprevedibile, non si sa mai dove può sparare. Una reazione è una risposta all'azione. Prima di una situazione ci sono tante reazioni quante persone, e una stessa persona può reagire in maniera diversa davanti alla stessa situazione. Ci sono reazionari che sorprendono.
Reazionari e rivoluzionari. Fa lo stesso, l'importante è il cambiamento, che non si ferma. Tutto cambia, permanentemente. Possiamo rimanere senza reagire per molto tempo però sempre arriva il momento della rivoluzione. Quando è cominciata la rivoluzione non si può fermare niente. La rivoluzione è una reazione, una reazione verso qualcosa di ingiusto. Alcuni resistono al cambiamento, fino a che non diventa irresistibile e è impossibile non reagire, non lasciarsi trasportare da questa rivoluzione che ci cambia la vita radicalmente.
Azione, reazione... così va avanti il mondo, così cambia la vita.
Il reazionario, dicono, teme i cambiamenti. Il rivoluzionario vuole cambiare l'ordine delle cose, del mondo che sente ingiusto.
Io credo che uno non possa esistere senza l'altro. Per far si che la storia vada avanti qualcuno deve proporre il cambiamento, e qualcuno opporsi. Da questa cosa vitale sorge il cambio, i retrocessi e gli avanzamenti. Il rivoluzionario di oggi è il reazionario di domani. Alcuni scommetto sul cambiamento. Altri lo temono tanto che cercano di frenarlo, e se è possibile... ucciderlo.

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