lunedì 6 agosto 2012

24.'La festa del terrore.' (Camilo) Terza stagione.

Ci sono intorno i venti Mandalays in tutto il mondo. Cinquecento ragazzi in ognuno. All'anno, in ogni Mandalay, si laureano cento persone che sanno molto più che sanno più che riciclare acqua e carta. Credo profondamente in ciò che facciamo qua, io mi sono alzato in un Mandalay, e vi posso assicurare, a tutti che quello che facciamo qua è molto più importante che mille atti terroristici. Perché è questo che si sta festeggiando qua Luca, un atto terrorista. Nel Mandalay formiamo persone che non hanno solo un eccellente livello accademico, ma che sono anche persone che possono pensare e vedere la vita in un altro modo. Il pensiero laterale, la classe di cui si sono tanto presi gioco e di cui tuttavia anche oggi vi prendete gioco, vedere le cose da un altro lato, questo sarà molto più potente che cento atti terroristici. Perché nel Mandalay formiamo leader, non bulli. Usare la paura, il terrore per ottenere qualcosa, è un atto di tremenda codardia. E siamo più coraggiosi noi, perché abbiamo il coraggio di credere che cambiando possiamo cambiare il mondo. Che sciocchezza, no? il terrore opera in silenzio molte volte, attraverso la manipolazione, una delle sue forme più perverse e efficaci. Nel Mandalay non manipoliamo, perché non vogliamo che avete paura di pensare, di credere, di sognare.. vogliamo che siate liberi affinché potete scegliere ciò che realmente volete scegliere. Dietro il terrore ci sono interessi, affari, una società impaurita comprerà qualsiasi bugia che vedano. Il terrore ci isola, ci fa agire per impulsivo sulla difensiva. Noi possiamo fare una festa a tema e divertirci, ma nel Mandalay non festeggeremo il terrore, perché il terrore non è una festa.




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