domenica 19 luglio 2015

75.''I fuochi dell'inividia'' (Jaz e Professore) Quarta stagione



Jazmin: A volte sento qualcosa che non posso riconoscere nemmeno davanti a me stessa. A volte vedo l'amore che hanno alcune persone e sento qualcosa molto strano allo stomaco. E' una misto tra tristezza e rancore. Nasce in me qualcosa di orribile, come se non sopportassi vedere la felicità altrui.
E' come un'angustia. Una nostalgia per qualcosa che ho avuto e non ho più, ma non so cos'è.
Ogni volta che vedo che qualcuno ha ciò che non ho, mi si accende un fuoco, qualcosa di spaventoso che odio sentire. Nego di riconoscerlo, ma credo che questo fuoco che sento sia invidia.
Un invidioso invidia qualcosa che può ottenere, ma un risentito sa che non otterrà mai ciò che invidia.
Sentire che non abbiamo potuto né potremmo ottenere ciò che vogliamo genera vergogna e dolore, un dolore che ti uccide poco alla volta.
Sentire invidia è credere che uno ha un diritto, che la vita ci deve qualcosa e che è ingiusto che ci si neghi. Ma la vita non ci deve niente, abbiamo ciò che vogliamo e ciò che possiamo. E per tutto ciò che ci manca bisogna lottare. Ed in quel momento l'invidia si converte in desiderio, e il desiderio in motore.

Profesor: Perché ci sottomettiamo incluso in situazioni nelle quali potremmo ribellarci?
Perché incluso quando per una questione numerica siamo in condizione per ribellarci non lo facciamo?
Ci sono due motori che muovono l'umanità, uno il desiderio, l'altro,l'invidia, cioè desiderare ciò che sia l'altro. Tutti abbiamo desideri, sono il motore della nostra vita. Non è cattivo avere desideri, ma quando non raggiungiamo ciò che desideriamo e lo raggiunge un altro, nasce l'invidia.
Nessuno desidera ciò che nessuno desidera. Una stanza piena di giocattoli, due bambini, uno prende un giocattolo e l'altro, naturalmente, vuole lo stesso gioco. Sta nella natura, nel carattere.
''Che fortuna, che guacho, che tarro...'' Si,tarro, cosa che diciamo all'altro quando crediamo che ha avuto fortuna, piccole espressioni simpatiche tinte di una goccia di invidia, niente di grave. ''Invidio il vestito che ha la mia amica, ma beh, ne avrò anche un altro.'' C'è un'altra invidia che è molto più pericolosa: l'indivia dell'essere.
L'invidia dell'essere è qualcosa di così profondo, così profondo che a volte non lo possiamo vedere. Non invidio più cos'ha l'altro, ma com'è l'altro.
I fuochi dell'invidia hanno poteri quasi sovrannaturali. Sono fuochi che possono distruggere tutto, ma accendere un motore.
Un promemoria sul fatto che non stiamo facendo qualcosa per compiere il nostro desiderio. Bisogna lottare per il nostro desiderio, non darsi mai per vinto. Non esiste una forza più potente che il desiderio, è indistruttibile. Il nostro desiderio è l'unico capace di spegnere il fuoco dell'invidia.

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